Copertina del libro Come un respiro di Ferzan Ozpetek

Come un respiro, il nuovo libro di Ferzan Ozpetek, mi aveva colpito all’istante, infatti lo avevo già segnalato tra quelli in uscita che avrei recensito (clicca qui per leggere l’articolo). Le mie sensazioni non mi hanno tradito, infatti dopo aver letto le prime due pagine ho pensato subito che sarebbe stato difficile staccarsi da questa storia. Perché? Perché è uno di quei romanzi che non si legge, ma si divora.

Certi posti hanno la capacità di trattenere le emozioni, proprio come fa un essere umano con il respiro. Poi le lasciano andare molto lentamente, e chi è in grado di percepirle le assorbe in ogni cellula del suo corpo.

Trama

Ozpetek segue la narrazione che usa per i suoi film. Due storie, due pennellate date all’inizio che certamente si intrecceranno, ma che fin dalle prime pagine fanno nascere la curiosità di capire come. 
Giovanna e Sergio sono una coppia giovane che sta aspettando l’arrivo di altre due coppie di amici per un pranzo in una domenica come tante, quando alla loro porta suona una signora di mezza età: Elsa Corti. L’arrivo della signora in quella casa è giustificato dalla ricerca della sorella che non vede da 50 anni. 
A guidare il filo narrativo di questo romanzo sarà proprio la storia di queste due sorelle. Perché il loro rapporto si è interrotto da 50 anni? Qual è il loro segreto? Cosa ha portato di nuovo Elsa a cercare Adele?

Tutte domande che troveranno una risposta tra il racconto delle protagoniste e 10 anni di lettere indirizzate dalla sorella ad Adele e mai aperte. 
Un racconto avvincente e sognante che però riporta con i piedi per terra, alla realtà, a ciò che una volta perso non si può recuperare. Ai segreti, alle cose non dette e a quelle che non si vogliono vedere, succedeva 50 anni fa e succede oggi. Già perché la storia di Elsa e Adele corre parallela a queste tre coppie di amici e alle relazioni che si sviluppano tra loro. 
Come un respiro è un libro che mi ha portato su un’altra dimensione di lettura come non mi accadeva da tempo, questa storia ti rapisce regalandoti un’infinità di sensazioni. La paura del giudizio guida e governa le vite dei personaggi, ma la forza delle radici e della realizzazione della propria libertà può essere spesso più forte.

Il destino si diverte a tenerci sulle spine.

Curiosità
Ferzan Ozpetek

Ferzan Ozpetek (clicca qui per la biografia) è un regista tra i più apprezzati, ma non è così scontato avvolgere il lettore come lo si fa con uno spettatore. Invece è riuscito a trasferire nella narrativa quella capacità unica di abbattere la quarta parete e portare il lettore dentro la storia. Ci sono alcuni “totem ozpetekiani” che non possono mancare: la sua Istanbul e la ricerca interiore. Questa storia tra l’altro trae spunto da un episodio reale: una lite tra la nonna dell’autore e sua sorella per un motivo misterioso. 

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