Copertina del libro Undici Metri di Cristian Vitali e Maurizio Targa

Provate a indovinare quale sarà il tema di questo video? Vi do un indizio: è croce e delizia di tutti gli appassionati di calcio. Gioia o dannazione non c’è una via di mezzo per le emozioni che riguardano i calci di rigori. Sono tanti quelli che hanno segnato la vita di calciatori e tifosi, a raccoglierli ci hanno pensato Cristian Vitali e Maurizio Targa con UndiciMetri edito da Senso Inverso Edizioni. (clicca qui per altre informazioni). 


Undici metri sono lo spazio che dividono il dischetto di rigore dalla porta, in cui il pallone deve entrare per poter decretare il gol. 
Il penalty è concettualmente una dicotomia continua. Segnarlo oppure no può cambiare l’esito di una gara, il percorso di una squadra, ma anche la carriera di un rigorista o di un portiere.
Tanti i calciatori passati alla storia per quel rigore, pensiamo a Fabio Grosso che decretò la vittoria dell’Italia al Mondiale 2006, oppure per restare in tema nazionale Roberto Baggio che nel 1994 quel rigore lo tirò alle stelle. 
L’immagine della sua disperazione fece il giro del mondo e ancora oggi è viva nei ricordi dei tifosi azzurri. 

Ma perché l’arbitro non l’ha fischiato? Semplice, non esisteva.
Fino al 1890, c’era una volta il calcio senza rigore.

Sviluppo del libro

60 storie di rigori che sono stati e altri che potevano essere. 60 protagonisti che hanno segnato la storia del calcio Mondiale. Il racconto segue un filo conduttore che non è quello cronologico, quindi i capitoli hanno vita a sé. Ovviamente leggendo tutto il libro si colgono sfumature e particolari che aiutano a capire meglio alcune evoluzioni. 
Si parte proprio da lì dalla nascita dei calci di rigore, che inizialmente nel neonato calcio non erano previsti, ma poi sono entrati a far parte della storia diventandone protagonisti.
Il lavoro svolto dai due autori è particolare e molto approfondito, ci sono tutti quei penalty tra nazionali e squadre di club che hanno davvero segnato la loro epoca. 


Non manca neanche il lato più sentimentale, visto che questo tema ha ispirato addirittura cantautori come Francesco De Gregori ne La leva calcistica della classe ’68. 
Non aver paura di sbagliare un calcio di rigore è quasi impossibile, perché questo libro svela retroscena e difficoltà di giocatori che quel calcio di rigore lo hanno sbagliato o non lo hanno voluto tirare. 
A impreziosire il volume, oltre il grande lavoro di ricerca, c’è anche la prefazione di Darwin Pastorin che si sofferma proprio sul lato più filosofico di questo gesto tecnico.
Il libro è scritto in modo semplice e colloquiale e la scelta di non usare un ordine cronologico permette di entrare subito nel vivo confrontando i propri ricordi con la narrazione della cronaca di quei momenti. 

Se foste davanti a un plotone di esecuzione e aveste a disposizione un calcio di rigore che, se trasformato, varrebbe a salvarvi la vita, a chi lo fareste calciare?

Curiosità

Due gli elementi che mi hanno colpito di più, raccolti in Undicimetri, e riguardano entrambi il Mondiale Usa 1994. Il primo è l’inaugurazione quando ad aprire la manifestazione fu una Diana Ross dal dischetto, fortunatamente per lei il suo lavoro è fare la cantante altrimenti avrebbe avuto qualche difficoltà. Ero piccola quindi non ricordavo assolutamente questo episodio che mi ha fatto sorridere, anche grazie all’ironia con cui è raccontato. (clicca qui per scoprire altri libri sportivi)


L’altro episodio mi sento di definirlo un falso storico, che grazie a Cristian Vitali e Maurizio Targa viene ridefinito con i giusti contorni.
Quel rigore che Roberto Baggio fallì in quel Mondiale dove l’Italia ebbe tanta anima e fortuna, non sarebbe stato decisivo. Anche se lo avesse segnato gli azzurri erano comunque in svantaggio, certo il Brasile il rigore del ko lo avrebbe dovuto segnare e il calcio è pieno di storie in cui tutto si ribalta. Però per il Divin Codino quel rigore annullò nella percezione comune tutto ciò che di buono fece in quella competizione. 

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